Recensione di D. Radini Tedeschi per Mario Dionisi su:
Esposizione triennale di Roma 2014
MARIO DIONISI parla dei nervi, delle scosse, delle crepe, non recita, non cita , non evoca. Il suo officio diretto e palese è quello di ritrarre la scossa fatale che ha messo in ginocchio le avanguardie passate, l’altissima tensione rea d’aver attuato quel corto circuito tipico delle estetiche in “tilt” La bicromia imperante serve all’opera per parlare il linguaggio duplice e perciò binario dei computer , unici testimoni di questa immane scarica.
Ma DIONISI non è solo un pittore: nella veste di antico maestro scultore egli rivisita tutta la sua speculazione pittorica e carica di vibrazioni un narrato archetipico, una memoria arcaica e onirica, operando una netta scissione tra il racconto e l’icona.
Se fino ad ora le crisi delle metanarrazioni e dei grandi racconti infuriava nella postmodernità, come ben notato dal Vattimo, MARIO DIONISI inizia un percorso abbandonando subito qualsivoglia retaggio di racconto, deponendo il narrato ed il descritto, rifiutando la ricerca dei semi e delle radici, mettendo in discussione la decostruzione derridiana e l’ermeneutica heideggeriana, scegliendo la strada coerente della ricerca di una riconfigurazione.
Con “l’uomo del II° millennio DIONISI costruisce un’icona, la munisce di ieraticità e slennità, rinnovella , l’estetica – sacra o profana- del passato rivisitando gli attributi iconografici in luce al cinema di fantascienza, alla tecnologia e al progresso. Se in questo momento dovesse eruttare un vulcano potentissimo, capace di sommergere tutte le nostre esistenze, tra mille anni i posteri , nel reperire durante gli scavi l’opera di DIONISI, certamente crederebbero di trovarsi innanzi ad un simulacro do un dio tecnocratico, marziale quanto marziano, gelido e feroce quanto geniale ed acuto.
La Sfera del 2004 in ferro battuto e forgiato invece è la rivisitazione storica della scienza operata dal DIONISI: il planisfero , il globo, il mondo, torna ad essere il protagonista di un umanesimo che trova il suo antropocentrismo prospettico nella differita, nello spaesamento, nella vertigine.
La “TILTESTETICA” appare dolcissima in questi esempi di DIONISI così come il Rinascimento lo era in artisti sognatori e un pizzico incoscienti come Cosimo Tura ed Ercole d’e Roberti.
Mentre il San Sebastiano tardo gotico da elegante cavaliere con la freccia in mano si trasformava nel rinascimentale giovane seminudo trafitto da numerosi dardi, ecco che nel 2010 stà iniziando una nuova iconografia che troverà nell’ESTETICA PARADISIACA” il suo esito aspettato.
MARIO DIONISI è l’iniziatore, il precedente storico dell’ ESTETICA PARADISIACA.
Via Piave, 11 31015 Conegliano (TV)
Cellulare: 349 29 19 993 | E-mail: info@mariodionisi.it